Alberto Signetto

Cordoba (Argentina), 1954 - Torino, 2014

La famiglia Signetto si trasferisce dal Canavese in Argentina nel 1948, con il primo figlio, Alessandro, di un anno. Quattro mesi dopo la nascita di Alberto, nel ’54, la madre con i figli torna a Mazzé, mentre il padre li raggiunge solo nel 1958.

Il primo incontro con il cinema passa attraverso la televisione, ad esempio i film trasmessi al mattino dalla Rai durante la Fiera del Levante di Bari. Agli anni delle scuole medie trascorsi al collegio salesiano Morgando di Cuorgnè risale il ricordo della proiezione di Lawrence d’Arabia (1962) di David Lean. Prosegue il percorso al liceo Gioberti, a Torino, dove già vive il fratello. Signetto inizia a frequentare l’AIACE e a collaborare con Federico Peiretti e Alberto Barbera. Segue i principali festival: Venezia, Salsomaggiore, Bilbao, Berlino. Nel 1976 è accreditato a Cannes.

L’approccio di Alberto Signetto è subito rivolto alle grandi produzioni. La sua prima esperienza è sul set è una piccola parte in Dalla nube alla resistenza  girato Jean-Marie Straub e Danièlle Huillet tra la Toscana e le Langhe, ispirato ai Dialoghi con Leucò la Luna e i falò di Cesare Pavese. Partecipa alla lavorazione del O Megalexandros di Theo Anghelopoulos (1980), è assistente di Villi Hermann per Matlosa (1981) e di Jean Rouch per L’enigma (1986).

Nell’ambito della nuova organizzazione di Rai Tre su base regionale, segue i concerti di Torino e Napoli dei Rolling Stones, raccontandoli in Sympathy for the Rolling” (1982). L’anno successivo realizza Righeira Rap, nel 1986 “Graditi ospiti” (1986) dedicato al tormentone pubblicitario del Mobilificio Aiazzone.

Tra  metà anni ’80 e i primi anni ’90 lo stabilimento FIAT Lingotto è al centro di una grande trasformazione urbanistica, su progetto di Renzo Piano. Signetto propone un progetto di documentazione del cambiamento che oltre alle riprese comprende l’organizzazione di concerti, installazioni per mostre ecc… In questa esperienza rientra Weltgenie (1988), video-poesia tratta da Turin di Gottfried Benn che racconta la follia di Nietzsche, girata in piano sequenza tra i pilastri della fabbrica.

Tra gli altri titoli segnaliamo Fish-Eyes (1990); Govi a Gavi (1997) in cui si ripercorre la realizzazione de Il diavolo in convento (1952) interpretato da Gilberto Govi, tramite le memorie dei ragazzi che avevano partecipato al set nel 1952; Riflessioni sull’alluce (1994), divertissement sulla disoccupazione intellettuale.

Alla riflessione industriale si ricollegano anche alcune produzioni dedicate al Canavese: Architetture Olivettiane a Ivrea (1999) e Adriano Olivetti. Costruire la città dell’uomo.(2001), in occasione della mostra per il centenario della nascita dell’imprenditore eporediese.

Who Dreamt and Made Incarnate Gaps In Time & Space Through Images Juxtaposed… Conversazioni con Robert Kramer (1998) si svolge in viaggio tra Torino, Locarno e Parigi insieme al regista culto del cinema indipendente. Venti anni prima, I cieli della Grecia…conversazioni con Theo Anghelopulos rappresenta il ritorno, nel 2002,  sul set del Maestro.

Due film sono legati dal tema dell’emigrazione: Nella pancia del piroscafo – piemontesi d’Argentina (2005) e Il Mare sul Muro (2005-2006), realizzato con Ilario Blanchietti documentando l’intervento dell’artista argentina Munù Actis Goretta per un mural in una piazza a Caluso dedicato ai migranti.

Gli ultimi film sono prodotti dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza: “Confini contesi. La frontiera delle Alpi Occidentali 1940 – 1947” (2012) e “17a Brigata Garibaldi” (2013, ultimo suo lavoro).

Alberto Signetto è scomparso il gennaio 2014. Nei mesi precedenti, Marilena Moretti ha realizzato con lui il documentario-ritratto Walking with Red Rhino. A spasso con Alberto Signetto.

 

Enciclopedia del Cinema in Piemonte

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